Il protestantesimo nasce in Germania nel 1500 a partire dall’opera del teologo Martin Lutero (1483-1546) che, ispirato da alcuni movimenti considerati ereticali nel Medioevo e da teologi quali John Wyclif (1330-1384) e Jan Hus (1371-1415), e constatata la corruzione, la simonia e la venalità in cui si era ritrovata la Chiesa d’occidente, promosse una Riforma della Chiesa che lo portò ad essere scomunicato e provocò un doloroso scisma con quelli che verranno poi definiti i “cattolici romani”. Le basi comuni a tutto il protestantesimo è la salvezza per sola Grazia mediante la Fede (sola Gratia e sola Fide), la fedeltà alla Bibbia (sola Scriptura), il fatto che Gesù Cristo è l’unico mediatore presso il Padre (solus Christus) rinnegando il culto idolatrico dei santi e di Maria, e che tutto nella Chiesa e nella vita secolare si fa unicamente a gloria di Dio (soli Deo Gloria).
La Riforma subito si differenziò in diverse correnti e impostazioni teologiche: tra i teologi e fondatori di nuove confessioni dobbiamo annoverare, tra i più significativi, Filippo Melantone (1497-1560), Giovanni Calvino (1509-1564), Bernardino Ochino (1487-1564), Martin Bucero (1491-1551), Ulrico Zwingli (1484-1531) e John Wesley (1703-1791).
Dai rami frondosi del protestantesimo sono derivati molti nuovi movimenti religiosi, anche fondamentalisti, pentecostali e letteralistici che hanno un vago richiamo alla Riforma ma che non sono in realtà veramente protestanti.
In Italia precursori del protestantesimo furono i Valdesi che tuttora continuano ad abitare le avite valli del Piemonte, fondati da Pietro Valdo (1140-1206) e che aderirono alla Riforma nel 1532 con il Sinodo di Chanforan e soggetti a numerosi persecuzioni, tra le quali citiamo la strage di Guardia Piemontese (1561) e le Pasque piemontesi (1655) ottenendo la tolleranza religiosa (a parte il breve periodo napoleonico e assieme agli ebrei e ad altre minoranze) solo il 17 febbraio 1848 con le Lettere Patenti del Re di Sardegna Carlo Alberto.
Nel resto della penisola vi furono numerosi tentativi di introdurre le varie idee del protestantesimo, soprattutto nelle classi sociali elevate e istruite e nelle città commerciale (un esempio su tutti: Lucca) ma questo fu stroncato sul nascere da parte della rinata Inquisizione romana con numerose condanne – anche a morte sul rogo – e con la costrizione all’esilio oppure con vere e proprie stragi, tra le quali ricordiamo il “sacro” macello della Valtellina (1620). E proprio nell’esilio svizzero il lucchese Giovanni Diodati (1576-1649) curò una fondamentale traduzione della Bibbia (1607) nell’italiano colto del tempo.
xxxx
Cosa significa essere luterani?
Una risposta completa non è semplice ma una risposta sicuramente corretta può essere questa: “Un luterano è una persona che crede, insegna e confessa le verità della Parola di Dio così come sono riassunte e confessate nel Libro di Concordia“. Il Libro di Concordia (1580) contiene i documenti di fede luterani, anche se la Chiesa Protestante Unita, editore di Nuovi Avvenimenti, essendo plurale, lo integra con altri documenti di fede anche più contemporanei. Le confessioni di fede sono sempre e comunque subordinate alla Parola di Dio (sola Scriptura). Nelle chiese luterane quando le persone sono confermate nella fede, alla fine della catechesi, si chiede loro se confessano, come vera e fedele alla Bibbia, la dottrina come l’hanno imparata a conoscere dal Piccolo Catechismo di Martin Lutero. Quanto viene ordinato un nuovo pastore/presbitero egli/ella promette di compiere i doveri del suo ufficio e ministero secondo le confessioni di fede di riferimento della Chiesa Protestante Unita. Queste solenni promesse ci indicano quanto siano importanti le confessioni luterane (e ulteriori) per la Chiesa Protestante Unita.
in aggiornamento