Il “cantautore con la chitarra”: Davide Amati e il suo primo album

SANTARCANGELO DI ROMAGNA (RIMINI) – Dalle strade di Santarcangelo dei poeti al primo omonimo album “Davide Amati”. La fortuna bussa almeno due volte. O soltanto così è stato per me. Qualche giorno di qualche settimana, due al massimo, fa, le frequenze di Radio3 mi regalavano un sound che già mi sembrava famigliare; poi, il nome del talento artistico presentato: Davide Amati (nato a Roma, vive a Santarcangelo di Romagna). Amati era ospite di Luca Damiani. E mi sono immediatamente ripreso quel ricordo della sera allungata a notte, quando questo giovanissimo chitarrista, cantautore poi ho scoperto, seduto in un angolino di parco prossimo al parcheggio “Francolini” regalava giri di note e giravolte di voce. Estasiato, ero. Domani venerdì 18 aprile 2025 uscirà il suo primo album, con copertina di Caterina Gobbi e lancio dell’opera affidata alla promoter inarrestabile, artista lei stessa e madre preziosa, Simona Rinciari. In questi giorni di pausa e piccole tensioni gestite al mio paese meridionale di origine, ho ascoltato e riascoltato uno dei due singoli che anticipano l’esordio: “Campi Elisi”. Dove le corde alimentate a fiamme di giorno e notti da Amati supportano e destano il sogno e i desideri di questo brano tutto pieno di forza d’esistere, di magia del presente accordato ai respiri delle possibilità disponibili di futuri rosa e celesti. Ché il mistero di sentire questo sentiero e meta si fa strofa dopo strofa davvero più sognante. Col finale, ovviamente, destinato a vibrare lungamente in noi. Voce, chitarra e basso Davide Amati, batteria, Giulia Formica, per la produzione artistica di Frankie Wah, mix e master di Guido Andreani, registrato presso Isola Studio a Milano nell’anno di lor signore 2023. In precedenza era nato il singolo Rabbit (la creazione passata su Radio3). Un pezzo che rende le influenze più rock un evento spiazzante, con tutte le fonti ispirative di Davide Amati che regnano incontrastate dentro una nuova cornice di sensazioni-suoni. Il passato passa. Le parole sono tutte buone ad assecondare sempre un presente che le fa rimbalzare negli itinerai di giornate tutte – ci si augura – sicuramente brillantissime e colme di stupori. Davide Amati sta rientrando dall’Officina della muzic italien, residenza artistica per giovani talenti; lì è stato descritto con queste precise parole: “Davide Amati non capiamo se è un attore, lui dice di essere un ‘cantautore con la chitarra’. Ha studiato composizione in una scuola importante di Roma, una di quelle con i nomi di cantautori, ma suona un rock matto e frenetico”. Esatto. Detto ciò, per nessuna ragione al mondo perderei questo suo primo album. L’esordio di un artista puro, occorre specificare di questi tempi. L’arte qui batte forte. Ed essere liberi e indipendenti deve essere ancora un ulteriore pregio.

Nunzio Festa

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