ROMA (NEV) – L’Agenzia della FCEI (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia) NEV ha postato il testo di un intervento di attualità sulla politica americana a firma di Paolo Naso, esperto di forme religiose contemporaneo e di discipline ecumeniche, che noi volentieri ripubblichiamo:

«Nei giorni scorsi tutti abbiamo visto il breve video postato dal presidente Trump che mostra una riviera di Gaza virtuale: una lunga spiaggia trasformata in una sorta di Formentera del Medio Oriente, una terra benedetta in cui i soldi piovono dal cielo e i ricchi e i potenti potranno sorseggiare un drink scrutando il Mediterraneo. Si erge su questo scenario la statua dorata del presidente che non teme di emulare, per narcisismo e cattivo gusto, i grandi dittatori che tutti – da Saddam Hussein a Kim Il Sung – hanno imposto e coltivato il culto della propria personalità, erigendo statue possenti e, nelle intenzioni, destinate a perenne memoria della loro grandezza.

La storia, poi, è andata diversamente e ci ha insegnato che tutti gli imperi hanno un tempo limitato e che prima o poi giunge il momento nel quale la patina dorata dei monumenti si opacizza, la ruggine inizia a scavare nel metallo fino a provocare il crollo delle statue che dovevano celebrare i fasti e la grandezza di un personaggio o di un momento storico. Eppure, azzardando, Trump si è ritratto in una statua aurea che potrebbe svettare sulla futura striscia di Gaza affollata di turisti danarosi e pronti a spendere. In questo scenario virtuale non è dato sapere che fine faranno i due milioni di palestinesi che ancora vivono, sia pure di stenti, nella Striscia, dal momento che nessuno dei paesi arabi in cui si ipotizza la loro deportazione si è detto disponibile ad accoglierli. Ma nel futuribile Medio Oriente trumpiano, il fattore umano, le vite delle persone e la loro dignità di creature, non sembrano avere alcun ruolo e alcuna importanza.

Il messaggio è politico e non sono in pochi a pensare che con questo video, per quanto insostenibile sul piano umanitario e del diritto internazionale, il presidente americano si candida ad essere il supereroe che con i suoi eccezionali poteri potrà porre fine al lungo conflitto israeliano-palestinese. Dichiarandosi biblicamente un “facitore di pace”, del resto, Trump sembra già candidarsi al premio Nobel. Commentando questo breve video ovviamente divenuto virale, qualcuno lo ha definito “blasfemo” e, tra le tante definizioni, è quella che ci pare più appropriata. Oltre che di significati politici, infatti, il video è carico di allusioni anche teologiche del tutto coerenti, per altro, con l’idea che il presidente ha di sé: un inviato da Dio – come egli stesso ha ripetutamente affermato – sopravvissuto a un attentato perché potesse compiere la sua missione di redimere l’America dai suoi peccati: la secolarizzazione, i diritti riconosciuti alle coppie dello stesso sesso, la legislazione sull’aborto, tutta quella cultura progressista che nel nome del pluralismo e del “politicamente corretto” avrebbe mortificato l’anima cristiana dell’America.

L’icona leonardesca del Presidente al centro di una “ultima cena” laica, che raccoglie le benedizioni di preti e soprattutto di pastori che confidano nella sua missione redentrice, non ha un significato solo iconico e simbolico. La stessa scelta di nominare a capo dell’Ufficio della fede, aperto alla Casa Bianca, la predicatrice californiana Paula Withe indica una chiara scelta di campo: anche lei convinta di essere inviata da Dio, afferma che il Creatore le ha dato il potere di santificare tutto ciò che la circonda e, in particolare, l’ufficio ovale del presidente e l’intera Casa bianca in cui risiede.

La pastora statunitense Paula White

Soprattutto, la Withe è una esponente editorialmente assai prolifica della “teologia della prosperità”. Citiamo qualche titolo: “Vivere una vita nell’abbondanza”; “I dieci comandamenti della salute e del benessere”; “Fai nascere i tuoi sogni. Il piano di Dio per vivere vittoriosamente”. Il messaggio ricorrente è molto chiaro: Dio ti offre ricchezza e benessere e la fede in Lui ti apre la strada di una vita nell’agio e nel benessere. Al contrario, la povertà è una colpa, un fallimento che deriva dalla fragilità della tua fede. Con Paula Withe ed altri questa teologia è arrivata alla Casa Bianca ed è stata entusiasticamente fatta propria dal presidente Trump, la cui intera esistenza si è sviluppata attorno al mito del successo finanziario e della missione per conquistarlo.

La statua d’oro, pertanto, non è soltanto una concessione kitsch all’amor proprio ma una visione di sé, del mondo e, nel nostro caso, della Striscia di Gaza. In questo angolo tra i più affollati del mondo si sono compiuti eccidi e si stanno ponendo le premesse per il genocidio del popolo palestinese che, dopo aver subito la violenza sinistra e brutale del fondamentalismo islamista di Hamas, si è visto distruggere case e scuole, ospedali e campi agricoli, strade ed acquedotti. Di fronte a migliaia di bambini scalzi e affamati, ai malati che giacciono senza cure all’esterno degli ospedali ormai distrutti, l’immagine di una ricchezza esibita e sprezzante appare un insulto e una provocazione. A noi pare blasfema, quanto il vitello d’oro che Aronne e il popolo d’Israele vollero costruirsi come idolo al quale prostrarsi e nel quale riporre la propria fede».

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