All’alba di 80 anni fa, nel campo di concentramento di Flossenbürg, veniva giustiziato Dietrich Bonhoeffer, uno dei maggiori teologi del XX secolo, luminosa figura della storia del luteranesimo, oppositore di Hitler e del regime nazista. Nato a Breslavia (attualmente in Polonia) nel 1906, moriva a 39 anni per non rinnegare il Vangelo e le sue idee.

«Bonhoeffer è una delle figure chiave della Resistenza tedesca al nazismo» ha dichiarato il M. Rev. Andrea Panerini, Vescovo Primate della Chiesa Protestante Unita. «Nato in un contesto borghese e nazionalista, percorre la sequela di Cristo fino all’estremo sacrificio. Tra i capi della Chiesa confessante, che testimonia l’opposizione del protestantesimo tedesco al nazismo, è tra i pochissimi che si oppone senza esitazione all’antisemitismo e alle persecuzioni nei confronti degli ebrei. Intimamente conservatore, riuscì a superare i pregiudizi politici e di classe per essere al fianco degli ultimi e seguire l’esempio di Cristo, oltre a indicare, in anticipo sui tempi, un vero percorso ecumenico. Controverso il suo ruolo nella cospirazione del 20 luglio 1944, che prevedeva l’eliminazione fisica di Hitler» conclude Panerini. «La partecipazione di un ministro di Dio ad un’azione violenza solleva oggi come ieri molti dubbi e interrogati. Forse dovremmo sinceramente interpellare la nostra coscienza su cosa avrebbe fatto ognuno ed ognuna di noi in un contesto storico come quello.»

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *