Ancora una vittoria, ancora con una squadra di alto lignaggio, questa volta è l’Atalanta di Gasperini, che non perdeva fuori casa da 10 giornate, a soccombere al Franchi. Ed è ancora lui, Moise Kean a timbrare il cartellino, per un bottino totale di 23 reti tra campionato, coppe e nazionale, un record personale straordinario, e la stagione ancora ha molto da offrire al centravanti viola.
Ma questa rinascita della Fiorentina di Palladino ha anche la firma di Fagioli, un centrocampista al fosforo, capace di giocate incredibili, che permettono alla Fiorentina di avere molte scelte per portarsi rapidamente in fase d’attacco, e spesso lo stesso Nicolò tenta la via del gol, che è sicuramente tra le sue caratteristiche. Fino a ora solo un centro per l’ex bianconero (in Conference League) ma siamo sicuri che, a fine maggio altre reti possono arrivare per il giocatore gigliato.
In realtà è tutta la Fiorentina che ha ritrovato, nelle ultime partite, coraggio, spirito di squadra, compattezza tattica, carattere, combattività, con una buona condizione atletica. Perché i risultati positivi, le vittorie non arrivano per caso, soprattutto, quando sono una dietro l’altra e con formazioni, più forti, almeno sulla carta, dei viola. Abbiamo sentito dire che le otto vittorie, che la Fiorentina aveva inanellato prima della vicenda Bove, erano frutto di coincidenze, di fortuna. “Roba da matti”, avrebbe detto il grande Mike Buongiorno. Come si può pensare che una squadra possa vincere otto volte consecutivamente grazie alla fortuna?
Non abbiamo una risposta a questo quesito, semplicemente perché non esiste. Quella Fiorentina aveva trovato un equilibrio tattico e di gioco, che, purtroppo, l’assenza di Edoardo Bove e i tanti infortuni, hanno messo in evidenza in modo negativo. Palladino ci ha messo del tempo per risistemare la formazione viola aiutato, poi, dal mercato di gennaio. Che, tuttavia, ha costretto il tecnico a inserire, strada facendo, i nuovi giocatori, tecnicamente forti, ma solo dopo che avevano ritrovato un minimo di condizione e minutaggio.
Già Palladino. Un mese fa sembrava con le valigie in mano, colpevole di non avere abbastanza esperienza per gestire un gruppo di giocatori di valore, ma onestamente è colpa sua se ha solo una stagione in serie A? Assolutamente no e comunque sta dimostrando di imparare in fretta, di auto-correggersi. Manca solo uno step adesso, e lo stesso tecnico viola lo ha ribadito in conferenza stampa. Vincere con le squadre ritenute più deboli, o che almeno in classifica sono dietro alla Fiorentina. Lo ha chiesto ai suoi ragazzi, dimostrare che possono battere anche formazioni che si arroccano in difesa. Dopo la sfida con il Milan a San Siro, arriveranno in serie Parma, Cagliari, Empoli, Roma, Venezia, Bologna e Udinese. Cinque di queste squadre sono alla portata della Fiorentina, ma, molto probabilmente, in corsa per la salvezza e quindi difficili da affrontare.
Raffaele Palladino sa bene che da quelle cinque gare dipenderà la classifica finale del campionato gigliato, dipenderà se ,la prossima stagione, i viola giocheranno in una competizione europea che non sia la Conference. Quindi ci aspettiamo tanto dalle prossime partite, e non importa giocare bene: conta vincere, fare punti, scalare la classifica.
Sabato prossimo però la Fiorentina ha un avversario temibile proprio perché, dopo la sconfitta di Napoli, vorrà sicuramente dimostrare ai propri tifosi che il vecchio diavolo ancora non è finito. Inoltre i rossoneri avranno un appuntamento importante con il derby di Coppa Italia, mercoledì contro l’Inter nella partita di andata della semifinale. Match tosto che potrebbe dare nuova linfa ai giocatori di Conceicao oppure abbatterli definitivamente e la Fiorentina sarà spettatrice molto interessata. Insomma non ci sarà da annoiarsi in questo finale di stagione dei viola, non dimentichiamoci della Conference League, che al terzo tentativo potrebbe darci finalmente una grande soddisfazione, dopo le due deludenti finali precedenti. Ma adesso è il momento di vincere, che è la vera benzina, per ogni team, per raggiungere grandi obiettivi.
Luis Laserpe