Bologna e provincia: dopo un anno sott’acqua un’altra volta…

Lo scorso anno, maggio 2023, dopo abbondanti giorni di pioggia esondarono i torrenti che attraversano la città di Bologna, creando danni e disagi alla popolazione: Ravone, Navile, Savena e Idice. Anche la Romagna si è trovata nella stessa situazione: parecchie persone sfollate, strade distrutte dall’acqua, campi agricoli devastati, città intere sommerse dal fango, morti e dispersi.

I Comuni diramarono richieste ai volontari che, armati di tanta pazienza, spirito di collaborazione, stivali e badili, aiutarono a pulire le strade e i luoghi colpiti. Oggi, a distanza di un anno, ci ritroviamo nella stessa situazione.

Per noi cristiani il Creato ci è stato affidato da Dio e dovremmo prendercene cura come suoi amministratori. Un passo della Scrittura che dovrebbe farci riflettere è contenuto nel Libro della Genesi: “Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Li creò maschio e femmina, li benedisse e disse loro: Crescete e moltiplicatevi, riempite la terra e rendetevela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra” (1,26-28 IRB20).

A questo punto della storia chiediamoci: ci stiamo prendendo cura del Creato che ci è stato affidato? Cosa vogliamo lasciare alle generazioni future? Come possiamo far fronte al cambiamento climatico e alle esondazioni dei fiumi? Interrogativi a cui dovremmo cercare di rispondere, con la certezza che, se intervenissimo in modo concreto per prevenire questi disastri, riparando gli argini dei fiumi, mettendo in sicurezza le strade e pulendo i tombini, forse lasceremmo un mondo migliore ai nostri figli e alle generazioni che verranno dopo di noi.

Il 1° settembre di ogni anno, ricorre la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, istituita per la prima volta dalla Chiesa Ortodossa nel 1989, su proposta del Patriarca di Costantinopoli Demetrio I trovando accoglienza nel mondo protestante. Il mese di settembre stesso è stato proclamato “Mese del Creato” dal Consiglio ecumenico delle Chiese. Nel 2015 Papa Francesco ha deciso di farla coincidere nello stesso giorno, in spirito ecumenico, anche per la Chiesa Cattolica. Il Tempo del Creato ha proprio l’obiettivo di promuovere la salvaguardia del Creato e della Casa Comune e si conclude il 4 ottobre, nella festa di San Francesco d’Assisi, che nel Cantico delle Creature loda Dio e invita a prenderci cura della terra, dicendo “Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra, la quale ci sostenta e ci governa, e produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba”.

Nella Diocesi cattolica romana di Bologna, su iniziativa del Tavolo Diocesano per la Custodia del Creato, quest’anno è stata illustrata la mostra “La cura della Casa Comune” sull’ecologia integrale per sensibilizzare le persone sul tema del cambiamento climatico e sugli interventi che si potrebbero attuare sul campo. Un cambiamento di rotta è fondamentale, per cercare di costruire insieme una cultura di pace, che ci chiama ad adottare un’economia fondata sulla giustizia, la sostenibilità, l’attenzione agli ultimi e alle generazioni future, ripensare la democrazia per uno sviluppo umano integrale e a rimettere al centro il paradigma dell’amore e della speranza, non solo come singoli ma anche come comunità.

Sabrina Manuelli

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