E’ morto il grande teologo ed ecumenista Paolo Ricca. Il messaggio del Vescovo Primate della Chiesa Protestante Unita.

ROMA – Nella notte tra il 13 e il 14 agosto scorso è morto nella sua abitazione di Roma nel quartiere Prati, all’età di 88 anni, il grande teologo e storico protestante valdese Paolo Ricca (1936-2024). Allievo di Oscar Cullmann e Karl Barth, dopo la maturità classica conseguita a Firenze, studiò teologia presso la Facoltà valdese di Roma (1954-1958) e negli Stati Uniti (1958-1959). Conseguì il dottorato a Basilea (1959-1961) con una tesi diretta dallo stesso Oscar Cullmann sulla “Escatologia del IV Evangelo“. Fu consacrato pastore valdese nel 1961, esercitando il ministero pastorale nelle comunità di Forano (1962-1966) e Torino (1966-1976). Seguì come osservatore e giornalista accreditato per conto della Chiesa valdese e dell’Alleanza Riformata Mondiale il Concilio Vaticano II, redigendone un commento teologico tradotto in varie lingue.
Apprezzato predicatore, dal 1976 al 2002 ha insegnato, come successore di Valdo Vinay, Storia della Chiesa presso la Facoltà Valdese di Teologia a Roma e fu professore ospite presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Pioniere e difensore dell’ecumenismo, fece parte per 15 anni della Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese e prese parte a numerosi organismi ecumenici, tra i quali, in Italia, il Segretariato Attività EcumenicheCuratore delle opere di Martin Lutero per l’editrice Claudiana di Torino, tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Le dieci parole di Dio. Le tavole della libertà e dell’amore” (2014, Morcelliana); “Ego te absolvo. Colpa e perdono nella Chiesa di ieri e oggi” (2019, Claudiana) e “Dell’aldilà e dall’aldilà. Che cosa accade quando si muore?” (2018, Claudiana). Ha scritto la prefazione del volume di scritti religiosi di Giuseppe Mazzini “Dal Concilio a Dio e altri scritti religiosi” (2011, Claudiana) curati da Andrea Panerini, allora giovane studente di teologia.
Numerose le lettere e i comunicati di cordoglio, compreso quello della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) la quale, per bocca del Vescovo di Pinerolo Derio Olivero, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo definisce Ricca «un fratello nella fede che ha fatto del dialogo un annuncio vero, schietto e sincero, perché le profetiche indicazioni del Concilio Vaticano II potessero trovare nelle Comunità cristiane l’autentica rivoluzione dello Spirito di unità. Discepolo di Karl Barth, ha sempre cercato nelle relazioni con il popolo ebraico la radice per la soluzione della separazione tra le Chiese e l’urgenza, a partire dallo studio delle Sacre Scritture, di un ascolto vero, senza il quale nulla è possibile. Per questa sua propositività, ci mancherà. E ci mancherà la sua predicazione! Da testimoni come il pastore Ricca le nostre Chiese possano attingere la forza di portare a compimento i passi compiuti, le lotte vissute, le visioni condivise, la fraternità evangelica che ha sostenuto il cammino anche nei momenti più difficili».

Il Vescovo Primate della Chiesa Protestante Unita, M. Rev. Andrea Panerini, allievo e amico di Paolo Ricca, ha inviato ad Alessandra Trotta (Moderatora della Tavola Valdese), a Daniele Garrone (Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia – FCEI) e a Lothar Vogel (Decano della Facoltà Valdese di Teologia di Roma) il seguente messaggio: «E’ stato per me un grande dispiacere e dolore apprendere del ritorno alla Casa del Padre Celeste del pastore e professore Paolo Ricca. Un personaggio di enorme importanza per il protestantesimo in Italia e nel Mondo e per la storia del dialogo ecumenico e interreligioso, per quella che lui stesso chiamava la “differenza riconciliata” delle Chiese e delle religioni, anche e soprattutto in un mondo protestante litigioso, diviso e preda di personalismi e talvolta rancori. A tal proposito – prosegue Panerini nel testo del messaggio diffuso dall’Ufficio Stampa della Diocesi d’Italia della CPU – mi permetto di citare il nostro: “Oggi non è più concepibile essere cristiani se non si è nell’intimo e nel vissuto risolutamente ecumenici“. Paolo Ricca – la cui eredità è giustamente reclamata dalla Chiesa valdese, nella quale è nato, cresciuto e ha prestato servizio pastorale, accademico ed ecumenico – lascia un vuoto enorme nel protestantesimo e nel cristianesimo italiano. Personalmente, ho avuto modo di conoscerlo ventiquattrenne nel 2007 e da allora ha agito fino all’ultimo nei miei confronti come mentore e amico oltre che come mio direttore spirituale nel periodo in cui ho studiato nella Facoltà Valdese di Teologia a Roma (2010-2014). Abbiamo avuto modo di collaborare per la curatela di alcuni testi (tra cui quelli religiosi di Mazzini per l’editrice Claudiana) e per eventi culturali in tutta Italia. Sono spesso stato ospite di Casa Ricca a Torre Pellice e la solida amicizia si è estesa a tutta la sua famiglia, in modo particolare ai suoi fratelli e sorelle. Oggi io perdo non solo lo storico e il teologo, il cui apporto è stato e sarà ancora per tanti anni fondamentale nel panorama accademico italiano, ma anche l’amico che si poneva al mio stesso livello (quando al suo stesso livello forse non è possibile arrivare nemmeno dopo decenni di studi e di ministero pastorale) come stava al livello di tanti altri fratelli e sorelle delle Chiese protestanti italiane, senza far mai pesare la sua oceanica cultura ed erudizione. Era erudito con gli eruditi e semplice con i sempliciUn amico che consigliava e nel caso rimbrottava quando le mie scelte non gli apparivano ortodosse e corrette. Una carica di umanità difficile da trovare in un docente universitario, da molti dei quali si è anche distinto per l’infaticabile opera di evangelizzazione e di apostolato culturale, fin a raggiungere le più piccole comunità evangeliche e associazioni, per non parlare della sua inesauribile vena omiletica: uno degli ultimi predicatori della vecchia scuola che poteva tenerti anche un’ora incollato alla panca della Chiesa senza sentir passare il tempo e senza sbadiglio, ma sempre con interesse e stupore di fronte alla Parola di Dio. Mancherà enormemente a tutti noi.
Per questo motivo invio – sia personalmente che rappresentando il dolore e le preghiere di membri di Chiesa, sostenitori e simpatizzanti della Chiesa Protestante Unita – questo messaggio di cordoglio, unità nella preghiera e vicinanza umana ad Anna, Mirella, alla Chiesa Valdese, alla FCEI e alla Facoltà Valdese di Teologia oltre che a tutte le altre Chiese protestanti e cristiane italiane.»

La Moderatora dalla Tavola Valdese, diacona Alessandra Trotta, ha risposto a Panerini ringraziandolo «per il fraterno messaggio di condivisione in ricordo di Paolo Ricca, che provvederemo a inoltrare anche alla famiglia. Paolo è stato un uomo della Parola. La sua passione per la teologia, la predicazione e l’ecumenismo, la sua capacità d’ascolto e il suo interesse profondo e accogliente per le domande di senso delle persone più semplici, come di quelle più colte, restano per noi un’eredità importante, che avvertiamo la responsabilità di raccogliere, proseguendo nella strada dell’impegno per l’annuncio evangelico e per l’unità dei cristiani. Consolati dalla fiducia che ora riposi nell’abbraccio amorevole del Signore, ti saluto con viva fraternità.»

Qui il comunicato originale della Chiesa Protestante Unita con i messaggi di cordoglio.

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